Knit Design, tradizione e innovazione
Giovanni Maria Conti, Marina Spadafora
Proprietaria e direttore creativo dell’omonimo brand, Marina Spadafora, collabora come Senior Design Consultant con marchi come Ferragamo, Prada e Miu Miu. Il suo lavoro è da sempre connotato dall’originalità, dalla sperimentazione e da una forte attenzione per il sociale e l'ambiente confermata anche nell’impegno in Auteurs du Monde, collezione di moda da lei diretta, prodotta da artigiani del Sud Est Asiatico, dell'Africa e del Sud America appartenenti all'Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale. Tutta l’attività di Marina Spadafora guarda nella direzione della moda responsabile nella convinzione che la moda possa e debba avere una missione dove etica ed estetica condividano gli stessi obiettivi.
Nel Laboratorio Moda del Dipartimento di Design, Marina Spadafora dialoga con Giovanni Conti, Professore Associato del Dipartimento di Design dove svolge attività di didattica e ricerca nel campo del tessile e della Maglieria.
Marina quando hai iniziato questo lavoro, quando hai iniziato con l'archivio e che cosa rappresenta questo archivio per te?
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Bene, sono felice di essere qui in questo prestigioso Ateneo e devo dire che ho scelto il Politecnico come custode del mio Archivio perché ha in assoluto il corso migliore di Maglieria in Italia. Tutto è iniziatou qando è iniziata la mia carriera di stilista di Maglieria, intorno al 1983 e quindi questo è il frutto di una vita di lavoro, di sperimentazione e di amore per la Maglieria che io trovo essere la parte più creativa all'interno della moda perché noi che facciamo maglia non partiamo da un tessuto già fatto che poi viene tagliato, noi partiamo dal filo e, proprio dal filato, creiamo cose meravigliose. A mio parere quando fai maglieria la creatività è al suo meglio.
Tu Marina hai iniziato come designer, lavorando prima per il tuo brand e poi per altri marchi, sperimentando in maniera assolutamente libera. Secondo te, questo lavoro e questo settore come stanno cambiando?
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Questo settore sta migliorando soprattutto dal punto di vista della materia prima; tutti gli anni al Pitti Filati notiamo come tutti si stiano certificando come produttori di filati sostenibili. L'Italia ha preso, nel campo della produzione dei filati e dei tessuti, una direzione sempre più “verde”. La principale evoluzione che io ho visto nel mondo della maglieria, dopo che lo frequento da una vita, è proprio l'aver colto il Zeit Geist, lo spirito del tempo, ed essersi messo in linea con quello che sono le esigenze e le necessità attuali.
«Perché noi oggi dobbiamo fare quello che è necessario per poterci essere ancora domani e quello che è necessario è seguire la svolta sostenibile, ritengo che sia bellissimo che grazie ai filatori italiani noi stilisti di maglia abbiamo la possibilità di scegliere di lavorare con fili sostenibili.»
Sono d'accordo, il settore maglieria si sta rivitalizzando. Io studio questo settore da dodici anni e ho notato che per un periodo non si è parlato di Maglieria ma si parlava molto più di abbigliamento o di sportswear, mentre noto come oggi tantissimi stiano ritornando a progettare maglieria e credo che questo sia molto interessante.
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Sì, perché la Maglieria è comoda, per antonomasia la maglieria è quasi borderline sportswear, nel senso che quando si indossa una bella maglia, un cardigan o uno scialle si è comodi, caldi in inverno o freschi in estate indossando delle cose bellissime in lino, in canapa o cotone. La maglieria è qualcosa che si può mettere in valigia molto facilmente; si piega o si arrotola e quindi è tutto un modo di vestire più rilassato e casual che credo sia la direzione in cui guarda il Fashion oggi.
Nella tua carriera hai visto se e come stanno migliorando, come stanno cambiando le tecnologie applicate alla maglieria?
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Abbiamo delle cose meravigliose, tutte le aziende che fanno macchine per maglieria ogni anno trovano delle nuove soluzioni e c'è una continua ricerca e una continua evoluzione soprattutto dal punto di vista tecnologica e trovo che questo sia meraviglioso. Troviamo filati migliorati che vengono dal latte, dal mais, dalla soia e più in generale dal riciclo. Si possono creare dei filati bellissimi riciclando ad esempio il denim che cade a terra quando si taglia un paio di jeans, raccogliendo tutti questi scarti ed evitando che vadano in discarica si crea nuovo filato.
Marina, perché hai scelto di donare il tuo Archivio proprio al nostro Ateneo?
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Io ho avuto l'onore e la fortuna di lavorare per il Fashion Institute of Technology, che ha la sua sede milanese proprio qui al Politecnico e ho avuto modo di apprezzare il laboratorio e tutto quello che qui ruota attorno alla maglieria; quando ho pensato a chi fare la donazione e a quale fosse veramente l'eccellenza nell'insegnare l'arte della maglieria in Italia, immediatamente mi è venuto in mente il Politecnico perché voi siete l'eccellenza.
Ti ringrazio, effettivamente da noi, nell’ambito dell’offerta della Scuola del Design viene oggi erogata la specializzazione in maglieria dove gli studenti del terzo anno del corso di studi in design di Moda possono scegliere proprio di specializzarsi in knit design e nel Dipartimento di Design abbiamo un gruppo di lavoro che ho l'onore e sono felice di aver creato che fa ricerca in questo ambito; nel nostro sistema portiamo avanti quindi insegnamento tramite la Scuola e la ricerca tramite il Dipartimento. Rispetto ai giovani e al loro approccio al mondo della moda in generale e della maglieria in particolare, ci sono degli atteggiamenti diversi, dei modi di apertura a questo modo?
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Diciamo che ultimamente ho notato che, anche tra i giovani, la maglieria e lo studio della maglieria è diventato più cool. Io che insegno e ho insegnato per anni in questo ambito ho notato che specializzarsi all'interno del mondo della moda, nella maglieria per esempio, apra più possibilità di trovare un lavoro interessante e soddisfacente che porti i giovani a essere loro stessi più interessanti per l'industria che ricerca e assume giovani profili esperti nel Knit design. Giovanni dimmi come hai deciso che il tuo campo di ricerca sarebbe stato quello della maglieria?
Più che una scelta questo lavoro di ricerca mi è stato affidato; io entravo di ruolo proprio quando il Dipartimento e la Scuola firmarono nel 2007 l'accordo con FIT che portò le prime macchine da maglieria in Laboratorio. Iniziai a lavorare a maglia con Giuliano Marelli proprio per capire come funzionasse un filo e come funzionasse il fare a maglia; questo mi portò a scoprire un mondo di eccellenze italiane che conserva ancora l’intera filiera, tra filatori, maglifici, laboratori e tintori, a studiarlo e a fare ricerca arrivando a costituire un piccolo gruppo di ricerca che assieme porta avanti il lavoro. Il mio ambito di ricerca per me è anche un divertimento e devo ringraziare i coordinatori dei corsi di studio che hanno sempre creduto che questo ambito potesse crescere perché negli anni abbiamo formato dei dottori di ricerca, abbiamo ora un dottorato executive quindi un accordo nazionale con un grande maglificio di Reggio Emilia grazie al quale un loro project manager studierà per 4 anni. Abbiamo vinto una menzione d'onore al compasso d'oro grazie ad una ricerca a durata quasi 3 anni, parzialmente finanziata della Regione Lombardia per digitalizzare l’archivio del maglificio Mario Fioroni- MF1 sulla quale è stato scritto un volume. L’idea era digitalizzare e rendere pubblico un archivio che solitamente custodisce oggetti conservati ma un po' nascosti; come tu sottolineavi, tantissimi giovani lavorano e vogliono lavorare in questo settore e grazie all'app che abbiamo progettato tramite il lavoro di ricerca, oggi il maglificio MF-1 è on-line e designer e giovani studenti possono dialogare e conoscere l'archivio. La ricerca in questo settore è quindi in crescita e speriamo di portarla avanti anche grazie a questo tuo archivio che, nei prossimi mesi, sarà oggetto di tesi magistrali e di dottorato che si focalizzeranno sulla valorizzazione degli archivi come strumento per l'innovazione di progetto proprio perché, come dicevi, la creatività che parte dal filo è assolutamente libera per cui speriamo che l’Archivio Marina Spadafora possa essere veramente un luogo di ricerca oltre che chiaramente di scoperta di quello che è stato fatto. Io Marina ti ringrazio molto a nome di tutti quanti noi a partire dall'Ateneo, dalla Scuola, dal Dipartimento per questa donazione che è per noi non solo orgoglio ma che sarà ovviamente un importantissimo strumento di lavoro. Speriamo che l'archivio probabilmente possa essere consultabile su appuntamento, per tutti gli studenti a partire dai primi mesi del prossimo anno e sarà inserito all'interno della materioteca collocata nella Biblioteca del Campus Bovisa.
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Grazie a voi, sono felice che l’Archivio sia in buone mani e che sarà consultato da giovani creativi.