Inizio
15/09/2023
Fine
14/11/2024
Status
Completato
ReverseLab. Spazio pilota per l'arte contemporanea tra il carcere e la città
Inizio
15/09/2023
Fine
14/11/2024
Status
Completato
ReverseLab. Spazio pilota per l'arte contemporanea tra il carcere e la città
"ReverseLab. Spazio pilota per l'arte contemporanea tra il carcere e la città" si propone di attivare uno spazio per la produzione e l’esposizione artistica, aperto al pubblico, attraverso il riuso del reparto seminterrato del primo raggio del carcere di San Vittore.
La proposta si inquadra in una prospettiva di rafforzamento degli scambi e delle progettualità tra realtà carceraria e società esterna.
Il processo, di tipo partecipativo, punta a sperimentare l'"edizione zero" di un percorso a lungo termine che si concretizzerà in un’esperienza creativa, condotta da un artista attivo su temi sociali, con il coinvolgimento dei detenuti e supportato dal dialogo tra Stato, Carcere, Città e Università.
Il progetto, nato nell’ambito delle attività di Off Campus San Vittore, è realizzato con il contributo di Fondazione di Comunità Milano, che sostiene interventi di utilità sociale per oltre 2 milioni di cittadine e cittadini di Milano e fa parte del network di 16 fondazioni territoriali costituite da Fondazione Cariplo.
Il progetto si inserisce in un processo decennale di scambio e ricerca tra sistema amministrativo penitenziario regionale, istituti di detenzione e Politecnico di Milano, attraverso il gruppo di ricerca Laboratorio Carcere del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani e del Dipartimento di Design. Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea è coinvolto per la direzione artistica.
Il reparto seminterrato del primo raggio del carcere verrà modificato per allestire gli spazi di lavoro, e garantire la sicurezza necessaria per l’apertura al pubblico. Accoglierà l’esposizione temporanea prevista dal progetto e diventerà zona espositiva permanente dedicata ad uno “Spazio della memoria” che racconti la storia e il ruolo del carcere di San Vittore nel cuore di Milano. Uno spazio-ponte tra il passato e il presente, per comprendere meglio il contesto e l'importanza storica di questo luogo. L’arte diventa così il mezzo attraverso il quale le persone possono esprimersi e condividere le loro storie, in connessione e comprensione reciproca, fra “dentro” e “fuori”.
Affrontare la condizione di evidente degrado del seminterrato di San Vittore necessita dell’attivazione di un percorso di trasformazione a lungo termine supportato dal dialogo tra Stato, Carcere, Città e Università. Sono questi i quattro poli su cui si sostiene la ricerca sin qui intrapresa e attraverso cui lo specifico progetto Reverse Lab punta a verificare la possibilità di un intervento modificativo, per parti, di tipo partecipato con istituzioni, operatori, imprese ed abitanti, fondato sull’attivazione di relazioni e progettualità esogene ed endogene, anche nella complessa realtà del carcere milanese. L’obiettivo è di migliorare le condizioni di abitabilità interne e di far sì che questo luogo diventi una risorsa sociale per la città, oltre che una sua porzione aperta, connessa e dialogante.
A seguito dei lavori di riqualificazione dello spazio, nel 2024 si è svolto il progetto pilota, un workshop con Maurice Pefura, architetto e artista impegnato nel sociale. Maurice Pefura ha guidato l’esperienza creativa, che ha visto il coinvolgimento di persone detenute del carcere di San Vittore, agenti di polizia penitenziaria, educatori del carcere, studenti della scuola di architettura, tutti protagonisti e beneficiari diretti e tutti coinvolti nella realizzazione di un’opera d’arte partecipata. Insieme hanno esplorato una vasta gamma di tecniche artistiche, dall'arte visiva alla performance, e hanno dato vita a opere d'arte frammentate successivamente assemblate dall'artista in un'opera finale.
Questo laboratorio artistico rappresenta, da una parte, un percorso di apprendimento multidisciplinare: l’approccio aperto e inclusivo promuove la crescita personale e l'acquisizione di competenze utili per il reinserimento nella società; dall’altra, ha valore sperimentale, come esperienza pilota delle successive aperture, previste a cadenza semestrale. Inoltre, aprendo all’esterno un nuovo spazio espositivo e di fruizione dell’arte, si offre alla città un’esperienza concreta del carcere come luogo di vita sociale e culturale.